ROSSANA BOSSAGLIA


MARIO DE MICHELI

dalla monografia "NEL SEGNO DELL'IMMAGINE" Edizione Vangelista, Milano, 1995.

…Patrizia crede alla comunicazione, cioè all’intrinseca possibilità di trasmettere agli altri la propria visione, i propri sentimenti, il proprio giudizio (…) E’ dunque per questo che la sua scelta, sin dall’inizio, è stata quella di parlare con le immagini: l’immagine è infatti il tramite diretto della comunicazione, in quanto appartiene sia a chi la concepisce sia a chi la riguarda avendo in sè la persuasione non generica di appartenere ad ognuno di noi, l’intera comunità degli uomini. (…)

Sta di fatto che Patrizia, nella morfologia dei suoi processi espressivi, coinvolge il dato più intimo di sé stessa, inducendo ogni altra inclinazione alla propria coerenza. Ciò le consente un ritmo esecutivo largo e disteso, convinto delle proprie ragioni. E questo è il motivo per cui nelle sue composizioni sembra non vi sia mai sforzo o fatica, come se le immagini le sgorgassero improvvise da un estro privo di ogni assillo, spontaneamente. (…)

Da qui nasce l’energia che l’assiste in ogni momento e le concede di risolvere sempre i problemi che si trova davanti. (…) E’ come se Patrizia fosse stata toccata da una grazia particolare: la grazia cioè di attingere al sentimento profondo della specie umana, in cui si celano i nostri enigmi più arcani alla radice dell’essere. Né sembri strano questo rimando.

Non è detto che ogni artista debba sempre avere conoscenza di ciò che si muove in lui all’interno dei suoi processi espressivi. L’antica sentenza del poeta resta tuttora valida : “ Est deus in nobis, agitante calescimus illo “. Qualcosa di simile accade a Patrizia. E’ quel battito di misteriosa verità che palpita in ogni poeta, in ogni autentico artista.

E a questa eletta famiglia, sia pure coi rischi che corre in tempi come questi, appartiene senz’altro Patrizia Comand.

Torna a cenni critici