Patrizia Comand nella sua produzione artistica ha sempre prediletto sequenze tematiche; la sua padronanza della tecnica pittorica (…) la sua intensa capacità di rendere al pieno le figure e le fisionomie non l’hanno mai bloccata in compiacimenti virtuosistici. Guarda le persone , la natura, i paesaggi; ma non le basta di renderli suggestivamente sulla tavola: ne raccoglie le immagini in sequenze, che si fanno di volta in volta metafore della condizione umana (…)
Queste considerazioni si riferiscono specialmente all’ultima sequenza di dipinti che si presentano di primo acchito come variazioni sul tema dell’acrobazie. Ma subito il tema appare contraddetto nei suoi effetti suggestivi ed emozionali: l’acrobata infatti è, nel suo significato espressivo, colui che vince il peso del proprio corpo, che pare inerpicarsi nel vuoto con libera scioltezza.
La Comand ha scelto invece carnose figure femminili la cui agilità di movimenti non cancella l’effetto ponderale della persona; e per di più, nella maggior parte dei casi si avverte la minaccia di una conclusione precipite, o addirittura la caduta avviene sotto i nostri occhi. (…) Metafora, dunque. Del continuo rischio del vivere; (…)
La vita come rischio, appunto; ineluttabile caduta nel procedere del tempo; la cui ineluttabilità, tuttavia, non le toglie, nel suo percorso, il fisico godimento dell’essere; il piacere di sentirsi corpo. Apprezzo sempre molto gli artisti che intendono comunicarci non semplicemente impressioni ed emozioni, bensì riflessioni intellettuali. Il messaggio della Comand è in questo caso un messaggio terribile.
Ma l’arte, quando è spinta dalla fantasia creativa e sorretta dall’abilità rappresentativa, ci coinvolge nel suo fascino. |